Assegno unico alle famiglie, via libera al decreto legislativo

Via libera al decreto legislativo che da marzo farà scattare l’assegno unico e universale per i figli a carico. Il Consiglio dei ministri del 23 dicembre ha approvato la versione definitiva del provvedimento dopo aver ricevuto il parere positivo dal Parlamento. «È un giorno importante che segna la scelta di concretezza del nostro Paese: rimettiamo al centro le bambine e i bambini, investiamo nelle famiglie, attiviamo il futuro delle nostre comunità» ha scritto su Twitter Elena Bonetti, ministra alle Pari opportunità e alla famiglia.

Lo strumento sostituirà diversi altri aiuti ora in vigore a sostegno delle famiglie con figli e avrà periodicità annuale, da marzo a febbraio. Ogni 12 mesi, a partire da gennaio, si dovrà presentare una domanda all’Inps tramite sito web o call center oppure con l’intervento dei patronati. Per il 2022 l’istituto di previdenza dovrebbe essere pronto già dai primi giorni di gennaio.
Comunque se la richiesta sarà presentata entro giugno, verranno riconosciute le mensilità pregresse; se più tardi, l’assegno sarà erogato a decorrere dal mese successivo alla domanda. La domanda non sarà necessaria per i percettori di reddito di cittadinanza in quanto l’assegno unico verrà pagato d’ufficio dall’Inps.

Per ottenere l’assegno si deve avere un Isee valido, ma quest’ultimo non deve essere allegato alla domanda perché Inps ne verifica autonomamente l’esistenza. Di conseguenza la procedura messa a punto dall’istituto di previdenza, illustrata dal presidente Pasquale Tridico il 14 dicembre in audizione alla Camera dei deputati, è snella e non richiede di allegare documenti. In sostanza occorre indicare i dati dei figli e dell’altro genitore, quelli per il pagamento, sottoscrivere dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dati. La richiesta verrà presentata da un genitore e il secondo completerà la parte di sua competenza indicando gli eventuali ulteriori dati per il pagamento in caso di ripartizione a metà dell’importo. I figli maggiorenni potranno fare domanda in sostituzione dei genitori e chiedere la corresponsione diretta della quota di assegno a loro spettante.
L’assegno unico riguarda circa 7 milioni di nuclei familiari a cui corrispondono 9,6 milioni di figli minorenni e 1,4 con più di 18 ma meno di 21 anni. Tuttavia, almeno per il primo anno, si presuppone che non tutti gli aventi diritto fruiscano della nuova misura. Infatti, secondo la relazione tecnica al decreto legislativo, mentre è ipotizzata una adesione del 100% delle famiglie già percepivano gli assegni per il nucleo familiare, per quelli che finora non hanno avuto diritto a tale aiuto l’adesione è stimata, nel 2022, tra il 65 e l’85% per poi crescere successivamente. Ne consegue che a fronte di una spesa teorica di 18,4 miliardi, quella effettiva nel primo anno dovrebbe essere di 13,9 miliardi.
L’assegno unico, che non concorre alla formazione del reddito, ha un importo mensile di 175 euro per ogni figlio minorenne e di 85 euro per i 18-20enni e i disabili maggiori di 21 anni se l’Isee familiare è fino a 15mila euro. Gli importi decrescono all’aumentare dell’Isee: se quest’ultimo vale 40mila euro, l’assegno vale rispettivamente 50 e 25 euro e resta tale anche se la ricchezza della famiglia è più elevata. C’è poi una serie di maggiorazioni: per figli successivo al secondo (da 85 a 15 euro); per figli minorenni non autosufficienti (105 euro); con disabilità grave (95) o media (85) che diventano 80 se hanno 18-20 anni. Questa è una delle poche modifiche rispetto al testo originario che prevedeva 50 euro, oltre alla decisione di consentire di fare fruire della detrazione per figli a carico da parte dei genitori di figli disabili con più di 21 anni .

Inoltre scatta la maggiorazione di 20 euro se, con figli minorenni, la madre ha meno di 21 anni oppure quella da 30 a zero euro se entrambi i genitori lavorano; 100 euro aggiuntivi se i figli sono almeno quattro. Per i primi tre anni ci sarà inoltre una maggiorazione, calante nel tempo, per nuclei familiari con Isee non superiore a 25mila euro che nel 2021 abbiano beneficiato degli assegni nucleo familiare.

Il debutto dell’assegno unico e universale si incrocia con l’abrogazione di altre misure oggi vigenti a sostegno delle famiglie quali gli assegni per il nucleo familiare e quelli per le famiglie con almeno tre minorenni, il premio alla nascita, nonché la modifica delle detrazioni per carichi di famiglia. Parallelamente verrà attuata la riforma dell’Irpef e, almeno per il 2022, verrà applicato un taglio di 0,8 punti percentuali sui contributi per redditi fino a 35mila euro annui da lavoro dipendente.

Le tabelle pubblicate a fianco, ed elaborate dal Governo, illustrano gli effetti di questo mix di interventi con benefici che oscillano parecchio. Per redditi familiari fino a 40mila euro, le maggiori entrate nei quattro esempi riportati variano dal 2 all’11 per cento.

 

 

da Il Sole 24 Ore

ARTICOLI COLLEGATI