Bando per l’efficientamento energetico della Regione Veneto

È in apertura il bando per l’efficientamento energetico promosso dalla Regione Veneto per le MPMI e professionisti/lavoratori autonomi.

Interventi ammessi:

•              Efficientamento energetico del ciclo produttivo (acquisto di macchinari e attrezzature a minore consumo energetico in sostituzione di quelli già in uso, inverter, rifasatori, apparecchi a LED a basso consumo in sostituzione dell’illuminazione tradizionale, ecc..)

•              Efficientamento energetico degli immobili aziendali (coibentazione, sostituzione serramenti, ecc..)

•              Installazione di impianti di energie rinnovabili (impianti fotovoltaici, impianti solari termici)

•              Installazione di sistemi di automazione in grado di rilevare e gestire i consumi energetici.

Limiti di spesa:

Spesa minima: € 100.000

Spesa massima: € 600.000 (anche più alta ma la differenza non ammissibile ai fini dell’agevolazione).

Agevolazione:

Le agevolazioni sono concesse nella forma tecnica mista, costituita da sovvenzioni a fondo perduto pari al 20% dell’investimento totale ammissibile e finanziamenti agevolati fino al 100% dell’investimento.

Il finanziamento agevolato è composto:

– una quota di provvista pubblica a tasso zero per un importo pari al 50% del finanziamento agevolato (“Quota Fondo”). La quota del Fondo è al massimo il 60% dell’investimento totale (di cui 20% fondo perduto e 40% provvista a tasso zero);

– una quota di provvista privata, messa a disposizione dal Finanziatore ad un tasso (“Tasso Banca”) non superiore al “Tasso Convenzionato”, per il rimanente importo del finanziamento agevolato.

Durata del finanziamento: da un minimo di 36 mesi ad un massimo di 84 mesi (compreso preammortamento max 18 mesi).

Presentazione delle domande bando Fondo Veneto Energia:

L’ente regionale non ha ancora ufficializzato la data di apertura delle domande per il bando Fondo Veneto Energia. È noto però che la presentazione dovrà avvenire tramite un Finanziatore (banche o Confidi), oppure tramite Confidi, Associazioni o Organizzazioni imprenditoriali (anche con proprie società di servizi). Le domande di agevolazione potranno essere presentate continuativamente, poiché l’agevolazione è “a sportello”.

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Deducibilità del trattamento di fine mandato

Il trattamento di fine mandato (TFM), emolumento corrisposto agli amministratori alla fine del loro incarico, ha generato ampio contenzioso sul piano fiscale, in particolare per quanto concerne il corretto periodo di imputazione e la sua deducibilità ai fini delle imposte sul reddito. La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha progressivamente delineato i confini entro cui il TFM può ritenersi deducibile. L’art. 105, c. 4 del Tuir estende i criteri di deducibilità dell’indennità di fine rapporto previsti per i lavoratori dipendenti alle indennità per la cessazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. In linea generale gli accantonamenti relativi al TFM sono deducibili a condizione che l’obbligazione risulti da atto avente data certa anteriore all’inizio del rapporto. È consentita dunque la deduzione per competenza a patto che la società abbia assunto un impegno giuridicamente vincolante prima dell’inizio del mandato dell’amministratore. In assenza di tale condizione, il TFM non si qualifica come indeducibile ma potrà essere dedotto per cassa al momento dell’effettivo pagamento e dopo aver ripreso a tassazione nei vari anni gli accantonamenti operati (con conseguente stanziamento delle imposte anticipate). La Corte di Cassazione ha ribadito in più occasioni tale assunto; ricordiamo, tra le altre Cass. civ., ordinanza n. 13566/2022 e sentenze nn. 31473/2019 e 16787/2016. È opportuno ricordare altresì che nell’atto avente data certa occorre individuare anche l’importo. Infatti, le ordinanze nn. 4487/2025, 3299/2025, 19445/2023, 25435/2022, 19571/2022, 3994/2021, 24848/2020, 17367/2020, 16826/2020 e 26431/2018 e le sentenze nn. 15966/2024 e 1153/2021 hanno specificato che l’atto, oltre ad avere data certa antecedente all’inizio del rapporto, deve specificare anche l’importo accantonato. Qualora il requisito della data certa anteriore non sia rispettato, come anticipato, in luogo del principio di competenza, la Cassazione ammette la deduzione dei compensi spettanti agli amministratori nell’esercizio in cui viene effettivamente corrisposto. In tal senso, si registra l’orientamento consolidato sia dell’Amministrazione Finanziaria (Risoluzioni nn. 211/E/2008 e 124/E/2017), sia della giurisprudenza della stessa Corte (cfr., tra le altre, Cass. nn. 5763/2021, 4400/2020 e 17367/2020). Inoltre, l’accontamento del TFM, non subendo i limiti di spettanza (e quindi di deducibilità) nelle forme e nei limiti previsti per i lavoratori dipendenti (così la Cassazione con le ordinanze: 4854/2025, 3388/2025, 3384/2025, 3382/2025, 3300/2025, 3299/2025, 3298/2025, 15966/2024, 25435/2022, 28827/2021 e 24848/2020) deve essere determinato secondo criteri di ragionevolezza, coerenti con la durata dell’incarico nonché congrui rispetto alla realtà economica dell’impresa (Cass., ordinanza n. 28827/2021). Infine, si sottolinea che i sopra citati principi, qualora non ottemperati, non possono essere “raggirati” mediante le dimissioni e la nuova nomina dell’organo amministrativo al solo fine di vedersi attribuito il TFM deducibile per competenza. Difatti, in base alla massima dell’ordinanza n. 19445/2023, l’interruzione del rapporto con la società risulta meramente formale e “non risulta possibile far dimettere e rinominare successivamente gli amministratori in ragione di una continuità sostanziale”. La corretta formalizzazione dell’impegno rappresenta, quindi, un presupposto imprescindibile per la legittima deduzione fiscale, sia secondo l’Agenzia delle Entrate sia secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione. Una gestione documentale tempestiva e trasparente si conferma, di fatto, l’unico strumento per evitare contestazioni e sanzioni in fase di accertamento. da Sistema Ratio

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