Caccia ai pos in nero e ai finti forfettari mentre dopo le lettere di compliance, massima spinta al ravvedimento operoso. L’Agenzia delle entrate in pressing sui contribuenti a utilizzare lo strumento del ravvedimento operoso, tanto da porre sotto la lente dei controlli coloro i quali non daranno seguito, rispondendo, sia alle lettere di compliance sia all’attività di reminder che l’amministrazione porrà in essere. «Sarà monitorata», scrive il neo vicedirettore capo divisione contribuenti, Fabio Iagnaccolo, nella direttiva sui controlli 2025 dell’Agenzia delle entrate, che ItaliaOggi è in grado di raccontare, «la corretta valorizzazione delle posizioni riferite a contribuenti che, pur avendo ricevuto una comunicazione di stimolo della compliance, non si sono attivati per giustificare l’anomalia e non hanno utilizzato l’istituto del ravvedimento operoso, così da rafforzare l’efficacia delle attività di stimolo della compliance».
Il documento
Le 36 pagine del documento indicano le priorità di intervento affidate alle direzioni regionali e provinciali con l’obiettivo, riportato in premessa, di potenziare l’attività di controllo: « anche attraverso un ulteriore innalzamento qualitativo della selezione delle posizioni da sottoporre a istruttoria, dando piena attuazione al contraddittorio preventivo con il contribuente, con positivi effetti sul recupero dell’evasione e sulla deflazione del contenzioso».
Per quanto riguarda i controlli, in particolare, tra le novità nel 2025 saranno implementate specifiche analisi basate su quelle che l’Agenzia considera nuovi fonti informative, quali la Direttiva del Consiglio (UE) 2021/514 (c.d. DAC7), relativa alla comunicazione degli importi incassati, tra gli altri, dai venditori e dai locatori immobiliari per il tramite di piattaforme digitali. Con particolare riferimento ai dati della DAC7, si legge nel documento, «nel corso del corrente anno sarà chiesto alle Direzioni regionali di individuare degli Uffici pilota per l’effettuazione di alcune sperimentazioni sui primi anni oggetto di comunicazione (2023 e 2024)».
La Dac 7, si ricorda, è la direttiva europea che attiva lo scambio di informazione sulle vendite anche dei privati attraverso le piattaforme digitali al superamento di determinati volumi di traffico.
I percorsi di selezione degli indici di rischio da controllare
Ruolo centrale per le selezioni lo continua a avere l’Archivio dei rapporti finanziari: «Le attività di analisi del rischio basate sui dati dell’Archivio dei rapporti saranno indirizzate, nel corso del 2025: da un lato, verso il perfezionamento dei percorsi già avviati negli ultimi anni, con riguardo in particolare a quelli avente ad oggetto i contribuenti persone fisiche con redditi esigui e significative movimentazioni finanziarie attive sui conti correnti; dall’altro, verso la sperimentazione di nuovi modelli selettivi».
Caccia ai pos in nero
In particolare, l’Agenzia delle entrate sta mettendo a fuoco le verifiche su una apposita lista di persone fisiche esercenti attività di lavoro autonomo o di impresa, le quali, pur nell’ambito di una normale dinamica delle entrate finanziarie rispetto ai ricavi e compensi dichiarati, presentano incongruenze tra il volume degli acquisti desumibile dai dati della fatturazione elettronica, oltre che da altri oneri e spese documentati, e i flussi finanziari passivi registrati sui conti correnti ad essi intestati. In altre parole coloro che sebbene accettino pagamenti tracciati non coordinano il pagamento tracciato con l’emissione dello scontrino e la relativa comunicazione all’agenzia delle entrate, gli evasori dei pos.
L’Agenzia punterà a far emergere quelle situazioni, apparentemente virtuose, rispetto alle quali lo scostamento tra i costi sostenuti nell’anno considerato per l’attività esercitata e i pagamenti eseguiti mediante l’utilizzo dei conti correnti (bonifici, prelievi, utilizzo di carte di credito), se di importo significativo, «porta a supporre», si legge nel documento, «che il contribuente si sia avvalso (anche) di denaro contante, verosimilmente derivante da proventi sottratti a tassazione».
I finti forfettari
Occhi puntati anche sui lavoratori autonomi e imprenditori in regime forfetario: sarà elaborato un nuovo percorso selettivo, finalizzato alla verifica della sussistenza dei requisiti necessari ad usufruire del regime agevolato, sulla base delle risultanze dell’Archivio dei rapporti, con conseguente recupero a tassazione ordinaria dei compensi e/o ricavi effettivamente realizzati, anche sotto il profilo IVA.
da Italia Oggi